Books: "La Vegetariana" di Han Kang
채식주의자
TRAMA: "<Ho fatto un sogno> dice Yeong-hye, e da qual sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. E' il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l'ideale di un'estatica dissoluzione nell'indifferenza vegetale."
Tutto a inizio con la decisione presa da Yeong-hye di smettere di mangiare carne, e fin qui non ci sarebbe nulla di male se nono fosse che non c'è dietro un qualche motivo etico, ma lo fa a causa di un sogno. Un sogno fatto di carne, sangue e di un volto.
"Masticavo qualcosa che sembrava così reale, ma non poteva esserlo, era impossibile. La mia faccia, l'espressione dei miei occhi...era senza dubbio la mia faccia, ma non l'avevo mai vista. Oppure no, non era la mia, ma era così familiare...Nulla ha senso. Familiare eppure sconosciuta...quella sensazione così vivida, strana, spaventosamente inquietante."
Il suo rifiuto di mangiare carne, è il suo modo per scappare dalle violenze subite nell'infanzia dal padre e dalla fredda indifferenza del marito, anche se, per noi lettori, quello che passa per la testa di Yeong-hye, resta in qualche modo, un mistero e non riusciamo a capire appieno il perchè di alcuni suoi comportamenti e alcune sue scelte e più di una volta ci troveremo a chiederci "Perchè?".
Questo è dovuto allo stile che la scrittrice ha voluto usare, infatti la storia non è vista dal punto di vista di Yeong-hye, ma da ben 3 personaggi diversi: nel primo atto "La Vegetariana", vediamo le vicende dal punto di vista del marito, che non capisce e non prova neanche a capire il problema di sua moglie che la vede come una cosa insignificante e che deve sempre essere pronta a servirlo e riverirlo; nel secondo atto "La Macchia Mongolica", vediamo invece il cognato che, a modo suo, cerca di aiutare Yeong-hye, ma che non farà altro che "peggiorare" la situazione e arriverà a un punto di non ritorno; mentre nel terzo atto "Fiamme Verdi", il tutto ci viene raccontato dal punto di vista della sorella di Yeong-hye che prova di tutto per aiutarla e cercare di capire cosa le stia accadendo e forse, alla fine, riesce, non tanto a capirla, quanto più ad accettarla...
"Forse, a un certo punto, Yeong-hye ha semplicemente lasciato cadere l'esile filo che la teneva legata alla vita di ogni giorno."
Non fatevi ingannare dal titolo, perchè sì, questo libro parla di una persona che decide di smettere di mangiare carne e quindi diventa vegetariana/vegana, ma in questo caso il termine "vegetariana" si riferisce a tutt'altro.
"Non erano parole di conforto, parole che l'avrebbero aiutata a risollevarsi. Al contrario, erano spietate, e gli alberi che le avevano pronunciate erano una forma di vita spaventosamente fredda."
Tutto a inizio con la decisione presa da Yeong-hye di smettere di mangiare carne, e fin qui non ci sarebbe nulla di male se nono fosse che non c'è dietro un qualche motivo etico, ma lo fa a causa di un sogno. Un sogno fatto di carne, sangue e di un volto.
"Masticavo qualcosa che sembrava così reale, ma non poteva esserlo, era impossibile. La mia faccia, l'espressione dei miei occhi...era senza dubbio la mia faccia, ma non l'avevo mai vista. Oppure no, non era la mia, ma era così familiare...Nulla ha senso. Familiare eppure sconosciuta...quella sensazione così vivida, strana, spaventosamente inquietante."
Il suo rifiuto di mangiare carne, è il suo modo per scappare dalle violenze subite nell'infanzia dal padre e dalla fredda indifferenza del marito, anche se, per noi lettori, quello che passa per la testa di Yeong-hye, resta in qualche modo, un mistero e non riusciamo a capire appieno il perchè di alcuni suoi comportamenti e alcune sue scelte e più di una volta ci troveremo a chiederci "Perchè?".
Questo è dovuto allo stile che la scrittrice ha voluto usare, infatti la storia non è vista dal punto di vista di Yeong-hye, ma da ben 3 personaggi diversi: nel primo atto "La Vegetariana", vediamo le vicende dal punto di vista del marito, che non capisce e non prova neanche a capire il problema di sua moglie che la vede come una cosa insignificante e che deve sempre essere pronta a servirlo e riverirlo; nel secondo atto "La Macchia Mongolica", vediamo invece il cognato che, a modo suo, cerca di aiutare Yeong-hye, ma che non farà altro che "peggiorare" la situazione e arriverà a un punto di non ritorno; mentre nel terzo atto "Fiamme Verdi", il tutto ci viene raccontato dal punto di vista della sorella di Yeong-hye che prova di tutto per aiutarla e cercare di capire cosa le stia accadendo e forse, alla fine, riesce, non tanto a capirla, quanto più ad accettarla...
"Forse, a un certo punto, Yeong-hye ha semplicemente lasciato cadere l'esile filo che la teneva legata alla vita di ogni giorno."
Non fatevi ingannare dal titolo, perchè sì, questo libro parla di una persona che decide di smettere di mangiare carne e quindi diventa vegetariana/vegana, ma in questo caso il termine "vegetariana" si riferisce a tutt'altro.
"Non erano parole di conforto, parole che l'avrebbero aiutata a risollevarsi. Al contrario, erano spietate, e gli alberi che le avevano pronunciate erano una forma di vita spaventosamente fredda."
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